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venerdì 17 febbraio 2017

Startup pronte alla rivoluzione tecnologica nel mondo Legal Tech



Fiume di idee e proposte per il primo Legal Hack a Bologna.

Ma il computer potrà arrivare a sostituire gli avvocati? Il mondo legale «è ancora molto analogico, di vecchio stampo». C'è ancora tanto spazio quindi per imprese che vogliono «rivoluzionare» il settore attraverso la tecnologia. Ma il computer arriverà a sostituire gli avvocati?

Sono gli stimoli e gli interrogativi sollevati dai partecipanti al Brainstorming Lounge presso TIM #WCAP a Bologna su “Legal Tech: tecnologia, startup e imprenditorialità”.  Un tema “caldo” perché interpella soprattutto startup e innovatori che fanno di normative (nazionali o internazionali) e cavilli burocratici gli strumenti su cui costruire la loro impresa. Hanno moderato la discussione Paolo Tomassone, giornalista, e Antonella Demaio, notaio.

A fornire ai partecipanti un quadro di come si stia diffondendo in America il Legal Tech è stata Lara Clemente, Chief Legal Operations Manager dell’Istituto TVLP, in diretta streaming dalla California. Dopo aver esercitato come penalista in Italia si è spostata in Silicon Valley lavorando per grandi aziende come SSL, Google e Apple.

Secondo lei il legal tech apre due grandi opportunità: per gli studi legali creando efficienza di processo e per piccole imprese e persone meno ambienti fornendo strumenti a costi ridotti ma di buona qualità. Ciò non significa che la tecnologia sta sostituendo il professionista, anzi apre nuovi mercati non presi in considerazione dai tradizionali modelli di business delle professioni legali. Gli esempi più diffusi sono alcuni contratti (Legalzoom.com), dichiarazioni dei redditi (Turbotax), e tenuta contabile (Quickbooks, Xero, Freshbook, etc.). Insomma quei processi legali con bassi margini ma che possono essere ingegnerizzati. L’intervento del professionista sarà rivedere quanto fatto e, soprattutto, aggiungere un “tocco” personalizzato. Ci sono anche alcuni interrogativi, come le responsabilità professionali in caso di errori della “macchina”.

Panel: Antonella Demaio, Notaio.
Con i piedi in Italia, ma con un'esperienza formativa in Silicon Valley, è Valentina Panizza, che dopo la laurea in Economia alla Bocconi, ha deciso di diventare imprenditrice lanciando sul mercato Proofy. «E' un servizio tecnologico che va ad apporre una data certa per provare la data di creazione di un'opera e quindi poter tutelare il diritto d'autore – spiega Valentina –. Il pubblico di riferimento è abbastanza trasversale; accomuna i nostri clienti il fatto di avere un'opera digitale originale, tra musica, libri, software, banche dati o disegni» e il desiderio di tutelarla. A sentir parlare Valentina viene in mente che Proofy potrebbe essere l’alternativa alla SIAE, ma lei precisa «ci piacerebbe collaborare con la SIAE mettendo a disposizione la nostra tecnologia».

«Il diritto d'autore è una cosa di tutti e credo che sia importante che tutti lo comprendano» racconta Arno Canella, dello studio legale milanese Canella-Camaiora, che assieme a Valentina Panizza ha iniziato un tour per alcune città italiane per «spiegare il diritto d'autore, i marchi e i brevetti» e i benefici introdotti da Proofy.

Valentina i suoi primi passi da imprenditrice li ha mossi in California, nel 2014, durante il programma internazionale in imprenditorialità tecnologica promosso dall'istituto americano TVLP, dove ha perfezionato la sua idea iniziale, confrontandosi con imprenditori di successo e venture capitalist. «Subito dopo essere tornata dall'esperienza in Silicon Valley, assieme al mio team abbiamo presentato il progetto e con il mio primo pitch abbiamo ottenuto il finanziamento con il quale siamo partiti».

Laureato a Bologna in Economia e appassionato fin da ragazzo di programmazione, Andrea Giannagelo si è accorto presto che quasi nessuno era ancora riuscito a risolvere il problema della privacy policy attraverso un prodotto seriale. Da questa “scintilla” è nata Iubenda, una startup che aiuta i clienti a rispettare una serie di normative, in particolare quelle sulla privacy, con servizi che permettono di generare una privacy policy in otto lingue in più paesi, una suite di servizi per rispettare la Cookie law.

Panel: Paolo Tomassone, Giornalista.
Iubenda vende il suo software innovativo in abbonamento in 115 paesi del mondo, e conta già oltre 25 mila clienti, dai blogger ad aziende più grandi come Rai, Mondadori e La Stampa. «Abbiamo un team legale core che lavora a tempo pieno per noi ed è diviso in più paesi, in particolare Germania, Svizzera e Italia – spiega il fondatore –. Poi abbiamo partner in tutto il mondo che ci aiutano a tenere il passo con le legislazioni locali».

Tommaso Grotto, laureato a Bolgna in Informatica è il fondatore di Kopjra, startup incubata da TIM #WCAP Bologna che sviluppa copyright a protezione dei siti internet. Secondo Tommaso, organizzatore anche del Legal Tech Forum, il mercato italiano è aumentato dell'8,11% nel 2015, superando i 100 milioni di euro. «Parlando con avvocati e con ingegneri – precisa – i numeri e la visione su questo mercato non è sempre la stessa».

Matchforum startup fondata da Riccardo Salvioni e Gennaro Carlucci, avvocati del foro di Roma, si è presentata al pubblico arrivato a Bologna anche dalle regioni vicine. La loro proposta è una tecnologia web e mobile per “suggerire” un collega in quei casi in cui è necessario farsi sostituire.

L’evento è stato occasione per il primo Legal Hack organizzato dall’Istituto Italiano Imprenditorialità. In tanti hanno inviato, nelle settimane che hanno preceduto l’evento, le loro idee imprenditoriali sul legal tech insieme a domande e dubbi sull’argomento che, in una vera e propria sessione collettiva, il panel di imprenditori ed esperti ha affrontato coinvolgendo i presenti. Tra gli argomenti trattati ci sono le “convertible notes”, privacy, vesting tra soci fondatori, totela dei soci di maggioranza, uscita di un socio, stock options.

La creatività è continuata durante l’aperitivo, parte integrante e sostanziale dell’evento poiché non può esserci creazione senza condivisione. Al via dunque queste nuove esperienze imprenditoriali.

Sicuramente ne vedremo delle belle!