Dall'azienda agricola all'industria meccanica, dalla Pmi del biomedicale all'azienda di servizi: l'Italia, povera di risorse, ha sempre praticato forme di uso efficienti, intelligenti e innovative della materia, partendo da concetti semplici, come riciclo e riuso, che oggi sono entrati a far parte del paradigma dell'economia circolare. Grazie a queste tradizioni virtuose e alla nostra capacità nazionale di ribaltare un limite in un'opportunità, siamo tra i Paesi più avanzati nella green economy e nell'economia circolare.
Le sfide ambientali che il surriscaldamento globale e i cambiamenti climatici ci stanno imponendo necessitano di misure specifiche per essere affrontate, ma nello stesso tempo possono rappresentare un'ulteriore occasione di crescita e sviluppo, proprio grazie all'economia circolare.
Tra i grandi Paesi europei, come certifica Eurostat, siamo quello con la quota maggiore di materia circolare (materia prima seconda) impiegata dal sistema produttivo: quasi un quinto del totale (18%), ben davanti alla Germania (10,7%) unico Paese più forte di noi nella manifattura. L'Italia, infatti, con 256,3 tonnellate per milione di euro prodotto, è il più efficiente tra i partner europei nel consumo di materia, subito dopo il Regno Unito, che impiega 223,4 tonnellate di materia per milione di euro e che ha però un'economia più legata alla finanza.
Come si legge nello studio "100 Italian circular economy stories", presentato da Enel e Fondazione L'economia circolare, come spiegano i promotori, permette ai territori di lanciare e sviluppare “nuovi modelli di business” che integrano innovazione e sostenibilità come scelta strategica di competitività. Quello descritto nello studio di Enel e Fondazione Symbola, è un modello di riciclo e riuso che non riguarda solo le grandi imprese, ma anche le piccole e medie, comprese istituzioni, associazioni e cooperative, che hanno avuto la capacità di anticipare i tempi e di adottare pratiche e processi industriali virtuosi.
Symbola, l'Italia ha migliorato la sua performance rispetto al 2008 dimezzando il consumo di materia, facendo molto meglio rispetto alla Germania che, oggi, impiega 423,6 tonnellate di materia per milione di euro.
E per valorizzare chi, nelle città metropolitane o in provincia, da anni contribuisce a rendere più efficiente e competitiva la nostra economia, attraverso un comportamento responsabile e un uso più efficace delle risorse esistenti, Confindustria Forlì-Cesena ha promosso un progetto con l'obiettivo di promuovere la divulgazione di un modello di creazione del valore economico, sociale ed ambientale rigenerativo by design e fare cultura d’impresa attraverso delle Best practice aziendali, dando impulso alle idee di business di giovani start-up e PMI innovative. Il progetto verrà presentato durante l'iniziativa “Economia Circolare dalla teoria alla pratica” che si terrà il 20 marzo presso il TeachingHub del Campus Universitario di Forlì.
L'appuntamento – promosso con la collaborazione di Confindustria Emilia Romagna Ricerca - CERR, Romagnatech, Cesena Lab, Università di Bologna Dipartimento di ingegneria Industriale e Dipartimento di ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione sedi di Forlì e Cesena, Cariromagna - Gruppo Intesa Sanpaolo – è stato anticipato da un'attività di analisi nei sette mesi precedenti durante la quale gli specialisti del Circular Economy Project dell’Innovation Center di Intesa Sanpaolo e di Confindustria Forlì-Cesena, hanno provveduto a fare un campionamento del livello di circolarità di 40 aziende del territorio emiliano-romagnolo.
Un'analisi, come ha spiegato Anna Monticelli, manager - Circular economy project di Intesa Sanpaolo, necessaria per «comprendere prima di tutti i bisogni delle imprese», dall'approvvigionamento energetico ai materiali innovativi, alla valorizzazione dei sottoprodotti e scarti. Assieme ai referenti delle aziende intercettate, si è cercato quindi di «valutare il loro livello di “circolarità”, per arrivare a costruire un portafoglio di soggetti impegnati su questo tema». Con l'obiettivo finale di «creare un modello di collaborazione tra imprese, territorio e associazionismo, perché quello dell'economia circolare è ancora troppo spesso un tema sottopesato».
Dal 2015 Intesa Sanpaolo è il financial services global partner della Fondazione Ellen MacArthur, organizzazione leader a livello mondiale nell’accelerazione della Circular Economy con Partner del calibro di Google, Nike, Unilever, Danone, Renault, H&M e centinaia di altre società, università e istituzioni che collaborano nell’ambito dei network attivi in Europa, USA e Brasile.
Il ruolo di una banca in questa trasformazione culturale e imprenditoriale – ha spiegato Monticelli – è di «favorire la transizione di imprese e consumatori verso questo nuovo modello puntando sulla presenza capillare sul territorio e sull’impatto a livello sistemico».
All'iniziativa di Confindustria Forlì-Cesena verranno presentate le espierienze di 9 startup nazionali (Alga&ZymeFactory, Energy Way, Glass To Power, Kerline, Nolpal, Prolibo, Sfridoo, Solwa, Totem), su un elenco di 50, che possono rappresentare gli acceleratori per l’industria del territorio.