Ricerca, innovazione tecnologica e imprenditorialità riunite in un esempio vincente tutto italiano scelto dall'americana IEEE.
Gli italiani sono un popolo di imprenditori. Creatività e arte ci appartengono e sono gli elementi fondamentali per plasmare qualcosa di nuovo e generare innovazione. Ma serve qualcosa in più. Le idee oltre a diventare prodotti devono trovare un loro spazio sui mercati. Si tratta quindi di una cultura che unisce l’arte, la scienza e l’imprenditorialità e che è alla base della Fondazione Golinelli. Nata a Bologna nel 1988 per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli, oggi è un esempio, unico in Italia, di fondazione privata che si occupa di formazione, ricerca, e promozione industriale. Situata in un affascinante ex capannone industriale, la fondazione favorisce la crescita culturale e diffonde, attraverso molteplici progetti, conoscenza e strumenti per affrontare in modo
responsabile e propositivo il futuro sia professionale sia umano degli individui. Un modello di successo scelto nel 2019 dalla IEEE, la più grande organizzazione scientifica degli ingegneri con sede a New York, per la sua conferenza internazionale ICTE dedicata a tecnologia e cultura imprenditoriale.
L’ingegnere Antonio Danieli, Direttore ed apprezzato manager del terzo settore, ha condotto operativamente la Fondazione, attraverso le linee strategiche previste dal piano di sviluppo chiamato Opus 2065, voluto dal Fondatore e sviluppato dal CdA. Anche attraverso autorevoli collaborazioni nazionali e internazionali, è stato possibile creare un grande ecosistema per mettere in filiera progetti volti a contribuire a tutti i livelli della formazione: da quella scolare fino all’alta formazione, alla ricerca, e al trasferimento tecnologico con la creazione d’impresa. I destinatari sono i giovani, accompagnati nei percorsi scolastici secondari, affiancati nel periodo universitario e supportati nel mondo delle imprese.
L’offerta della Fondazione Golinelli rispecchia la sua organizzazione interna. Un’organizzazione in-house svolge attività formativa a livello nazionale e l’incubatore G-Factor crea nuove imprese. Nella struttura di Opificio Golinelli trovano sede anche il Competence Center – unico nel suo genere in Italia – che crea il collegamento con l’ecosistema imprenditoriale del territorio attraverso un network di 50 aziende, 4 Atenei e la rappresentanza della Regione Emilia Romagna, un laboratorio per l’occupabilità finanziato dal MIUR e due presidi Culturali: il Centro Arti e Scienze e la Scuola di Dottorato in ‘Data Science and Computation’ fatta insieme all’Università di Bologna, Politecnico di Milano, Cineca (Consorzio Interuniversitario Italiano) ed Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
Seguendo il rapido sviluppo scientifico e tecnologico, afferma Danieli, si ha il dovere di confrontarsi con nuovi temi quali i Big Data e l’intelligenza artificiale. E’ su questo percorso che la Fondazione esprime il meglio lavorando con imprese start-up in fase iniziale (detta seed) all’interno dell’acceleratore G-Factor. L’Emilia-Romagna ospita il 10% delle imprese italiane registrate come innovative, circa 1.000. Di queste, buona parte orbita a vario titolo intorno alla Fondazione Golinelli. Il sistema italiano per crescere dovrebbe puntare ancora di più, trasformando la creatività dei giovani in imprenditorialità. Per essere un imprenditore, afferma l’Ing. Danieli, non è sufficiente avere una buona idea e vincere qualche premio. Fare l’imprenditore comporta fatica e coraggio, supportati da profonda cultura, capacità nel calcolo del rischio, con una forte propensione nell’essere propositivi.
La creatività ed il saper fare “italiano” devono accompagnarsi a questa voglia di mettersi in gioco, tipica e preziosa capacità degli imprenditori italiani dei tempi di Marino Golinelli, creatore della farmaceutica Alfa-Wassermann (ora nota come Alfasigma dopo la acquisizione dell’italiana Sigma-Tau). La sfida vera è essere in grado di tenere vivo questo modello e affrontare le nuove sfide. Le imprese di oggi devono scalare velocemente e raggiungere mercati. L’accesso al capitale ed agli investitori professionali può dare un importante aiuto e sostituisce il modello ‘familiare’ degli anni passati. E’ una questione di formazione, di forma mentis, che è la vera chiave del successo.
Vincenzo Tizzani e Antonio Visini*
Vincenzo Tizzani è un ingegnere dell'informazione. Ha ricoperto diversi ruoli nel Consiglio dell'ordine di Bologna e a livello nazionale.
Antonio Visini è un ingegnere e appassionato di innovazione. E’ membro di IEEE e collabora alla conferenza IEEE ICTE 2020
*L'articolo si basa sull'intervista condotta da Antonio Visini ed è stato pubblicato per la prima volta in Ingegnere Italiano nel giugno 2020
Gli italiani sono un popolo di imprenditori. Creatività e arte ci appartengono e sono gli elementi fondamentali per plasmare qualcosa di nuovo e generare innovazione. Ma serve qualcosa in più. Le idee oltre a diventare prodotti devono trovare un loro spazio sui mercati. Si tratta quindi di una cultura che unisce l’arte, la scienza e l’imprenditorialità e che è alla base della Fondazione Golinelli. Nata a Bologna nel 1988 per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli, oggi è un esempio, unico in Italia, di fondazione privata che si occupa di formazione, ricerca, e promozione industriale. Situata in un affascinante ex capannone industriale, la fondazione favorisce la crescita culturale e diffonde, attraverso molteplici progetti, conoscenza e strumenti per affrontare in modo
responsabile e propositivo il futuro sia professionale sia umano degli individui. Un modello di successo scelto nel 2019 dalla IEEE, la più grande organizzazione scientifica degli ingegneri con sede a New York, per la sua conferenza internazionale ICTE dedicata a tecnologia e cultura imprenditoriale.
L’ingegnere Antonio Danieli, Direttore ed apprezzato manager del terzo settore, ha condotto operativamente la Fondazione, attraverso le linee strategiche previste dal piano di sviluppo chiamato Opus 2065, voluto dal Fondatore e sviluppato dal CdA. Anche attraverso autorevoli collaborazioni nazionali e internazionali, è stato possibile creare un grande ecosistema per mettere in filiera progetti volti a contribuire a tutti i livelli della formazione: da quella scolare fino all’alta formazione, alla ricerca, e al trasferimento tecnologico con la creazione d’impresa. I destinatari sono i giovani, accompagnati nei percorsi scolastici secondari, affiancati nel periodo universitario e supportati nel mondo delle imprese.
L’offerta della Fondazione Golinelli rispecchia la sua organizzazione interna. Un’organizzazione in-house svolge attività formativa a livello nazionale e l’incubatore G-Factor crea nuove imprese. Nella struttura di Opificio Golinelli trovano sede anche il Competence Center – unico nel suo genere in Italia – che crea il collegamento con l’ecosistema imprenditoriale del territorio attraverso un network di 50 aziende, 4 Atenei e la rappresentanza della Regione Emilia Romagna, un laboratorio per l’occupabilità finanziato dal MIUR e due presidi Culturali: il Centro Arti e Scienze e la Scuola di Dottorato in ‘Data Science and Computation’ fatta insieme all’Università di Bologna, Politecnico di Milano, Cineca (Consorzio Interuniversitario Italiano) ed Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
Seguendo il rapido sviluppo scientifico e tecnologico, afferma Danieli, si ha il dovere di confrontarsi con nuovi temi quali i Big Data e l’intelligenza artificiale. E’ su questo percorso che la Fondazione esprime il meglio lavorando con imprese start-up in fase iniziale (detta seed) all’interno dell’acceleratore G-Factor. L’Emilia-Romagna ospita il 10% delle imprese italiane registrate come innovative, circa 1.000. Di queste, buona parte orbita a vario titolo intorno alla Fondazione Golinelli. Il sistema italiano per crescere dovrebbe puntare ancora di più, trasformando la creatività dei giovani in imprenditorialità. Per essere un imprenditore, afferma l’Ing. Danieli, non è sufficiente avere una buona idea e vincere qualche premio. Fare l’imprenditore comporta fatica e coraggio, supportati da profonda cultura, capacità nel calcolo del rischio, con una forte propensione nell’essere propositivi.
La creatività ed il saper fare “italiano” devono accompagnarsi a questa voglia di mettersi in gioco, tipica e preziosa capacità degli imprenditori italiani dei tempi di Marino Golinelli, creatore della farmaceutica Alfa-Wassermann (ora nota come Alfasigma dopo la acquisizione dell’italiana Sigma-Tau). La sfida vera è essere in grado di tenere vivo questo modello e affrontare le nuove sfide. Le imprese di oggi devono scalare velocemente e raggiungere mercati. L’accesso al capitale ed agli investitori professionali può dare un importante aiuto e sostituisce il modello ‘familiare’ degli anni passati. E’ una questione di formazione, di forma mentis, che è la vera chiave del successo.
Vincenzo Tizzani e Antonio Visini*
Vincenzo Tizzani è un ingegnere dell'informazione. Ha ricoperto diversi ruoli nel Consiglio dell'ordine di Bologna e a livello nazionale.
Antonio Visini è un ingegnere e appassionato di innovazione. E’ membro di IEEE e collabora alla conferenza IEEE ICTE 2020
*L'articolo si basa sull'intervista condotta da Antonio Visini ed è stato pubblicato per la prima volta in Ingegnere Italiano nel giugno 2020