L'auto che si guida da sola: la rivoluzione che cambia tutto, anche il lavoro
Le auto a guida automatica sono una realtà a Phoenix in Arizona rompendo barriere sociali e aprendo a nuovi e stili di vita. Una rivoluzione per tutti, in prima fila i 'millennials'.
Il traffico crea il traffico. Non è un gioco di parole. La teoria delle code, inventata nel 1909 dall'ingegnere danese Agner Krarup Erlang, ha trovato la sua massima applicazione nella comunicazione a pacchetto delle reti digitali. Ma non solo. È alla base dei “Meter”, i semafori che regolano l’accesso alle autostrade americane. Un metodo semplice e geniale: ogni 5-10 secondi un'auto è autorizzata ad entrare nel traffico, riducendo la probabilità che si formino delle congestioni.
L’applicazione di questo principio con le auto a guida autonoma significherebbe 'estremo rigore' e poco traffico. È questo il futuro che ci aspetta e che è dietro l’angolo. Auto che prendono un passeggero, subito dopo aver lasciato quello precedente, e che in maniera ordinata entrano ed escono dal traffico sono già una realtà a Phoenix in Arizona dove da gennaio 2019 attraverso un'app si può avere un passaggio in auto con Waymo One, l'auto a guida automatica della sussidiaria di Google. Una rivoluzione per chi non poteva guidare un'auto e che apre scenari di vita nuovi per tutti. Tempi di percorrenza certi. Niente necessità di trovare parcheggio. Viaggi lunghi, in auto, come già succede in aereo dove un film, un libro o un po’ di riposo permettono di affrontare anche 14 ore di volo.
Un futuro tecnologico in piena crescita. Infatti a Marzo 2020 Waymo per la prima volta ha raccolto fondi fuori di Google: ben 2,25 miliardi di dollari da vari investitori per espandere il servizio in Arizona. Waymo Via è la tecnologia sempre Google per la guida automatica di tir e grandi autoveicoli per il trasporto merci in sperimentazione in alcune aree della California.
Quella della auto a guida autonoma appare come una via già intrapresa dove il successo è solo una questione di tempo. I 'millennials', coloro che sono nati nel primo decennio del 2000, sono meno interessati a guidare e possedere un'auto delle generazioni precedenti. Il consumatore dell'industria automobilistica sta cambiando. Google ha lanciato il suo progetto "Waymo" nel 2009 con la missione di migliorare l'accesso del mondo alla mobilità, salvando migliaia di vite perse a causa di incidenti stradali. Una delle iniziative che Waymo ha creato è "Let's talk Self-Driving", che riunisce un insieme diversificato di comunità, persone e interessi con la convinzione condivisa che questa tecnologia completamente autonoma alimenta un grande potenziale per salvare vite umane, migliorare l'indipendenza e creare nuove opzioni di mobilità.
Le auto oggi passano la maggior parte del tempo ferme. Non è un buon uso. La sharing economy (economia collaborativa) – diventata famosa con Airbnb, Uber, Turo – darà del suo meglio nel settore automobilistico con l’avvento delle tecnologie per la guida autonoma.
Se facciamo una analogia gli smartphone, le auto a guida autonoma potrebbe creare applicazioni oggi inesistenti e non ancora pensare. Infatti come i telefoni iPhone e Android hanno fatto nascere startup e creato professioni nuove intorno al concetto di app e accesso in mobilità alle informazioni, così l'auto autonoma potrebbe essere la piattaforma su cui offrire nuovi servizi di intrattenimento, di mobilità, di logistica e chissà cos'altro.
Affianco ai vantaggi ci sono anche diverse sfide dietro l’angolo. Le prime sono quelle legali. Non tutti gli stati americani la pensano come l'Arizona. La California, dove numerose imprese stanno lavorando in Silicon Valley agli “autonomous driving vehicle”, la DMV – la locale motorizzazione – non consente ancora la presenza su strada di veicoli senza il conducente. I distributori di carburante (tutti senza personale – in self-service, negli USA) dovranno trovare il modo di rifornire i veicoli poiché non ci sarà un conducente che possa estrarre la pistola e fare il pieno. Nuovi posti di lavoro potrebbero nascere e generare una inversione nel modello delle stazioni di benzina.
Uber (recentemente al centro di cause legali avviate dai conducenti – che vogliono esser riconosciuti come lavoratori dipendenti, invece di autonomi) è tra le imprese che maggiormente stanno investendo sui veicoli a guida autonoma preparando un cambiamento senza eguali nel mondo di taxi e auto con conducente. I timori per la contrazione di posti di lavoro si oppongono ai vantaggi sociali creati da queste tecnologie che - ad esempio - consentirebbero a non vedenti e persone anziane di utilizzare autonomamente un'auto.
Imprenditori e imprese dovrebbero immaginare una ricollocazione della forza lavorativa per coprire le nuove necessità di prodotti e servizi aperte da questo mercato.
L’Europa sarà in prima fila – dicono gli esperti della Silicon Valley – nell’acquisire queste tecnologie per la già ampia diffusione di mezzi di trasporto pubblico su gomma. L’impatto della nuova tecnologia coinvolgerà anche le case automobilistiche (meno veicoli per numero di abitanti e meno persone vorranno possedere un’auto), le assicurazioni (meno incidenti), meno manutenzione e più specializzata (i computer guideranno in maniera più ordinata riducendo logorii del motore e parti meccaniche, quindi la manutenzione sarà inferiore sulle parti in movimento ma più specializzata su sensori, azionamenti robotici, elettronica e software).
La ricerca sull'intelligenza artificiale ha fatto grandi progressi negli ultimi 10 anni. Tuttavia, ci sono ancora diversi problemi che devono essere superati e lavoro da fare in numerosi settori. Alcuni dei limiti sono piuttosto evidenti: la maggior parte di strade al mondo sono ben lontane da quelle dell'Arizona, simili in Italia poco più che solo alle autostrade, e caratterizzate spesso da carenze in segnaletica, manto stradale difforme e conformazione irregolare. C'è bisogno di interventi strutturali insieme a miliardi di ore di guida reale per accumulare dati e "insegnare" all'intelligenza artificiale un buon comportamento di guida in tutte le situazioni. General Motors, Toyota e Honda hanno dichiarato che avrebbero prodotto auto a guida autonoma entro il 2020, e questo era previsto anche da Tesla, ma stiamo ancora aspettando. Evidente che ci sono necessità ancora non risolte, quindi opportunità per imprese e lavoratori che vogliono cimentarsi nel settore.
Si tratta di una quantità enorme di cambiamenti all’orizzonte – si mormora che la tecnologia sarà stabile a breve, nel 2021. E' la rivoluzione di una delle industrie più grandi del mondo. La parola “novità” è spesso intesa come sinonimo di paura, ma non possiamo ignorare l’incredibile numero di opportunità imprenditoriali che si apriranno. A noi la scelta. Lottare contro il cambiamento, o anticiparlo, dominarlo e trarre vantaggio dall’inevitabile.
Bruno Iafelice
Il traffico crea il traffico. Non è un gioco di parole. La teoria delle code, inventata nel 1909 dall'ingegnere danese Agner Krarup Erlang, ha trovato la sua massima applicazione nella comunicazione a pacchetto delle reti digitali. Ma non solo. È alla base dei “Meter”, i semafori che regolano l’accesso alle autostrade americane. Un metodo semplice e geniale: ogni 5-10 secondi un'auto è autorizzata ad entrare nel traffico, riducendo la probabilità che si formino delle congestioni.
L’applicazione di questo principio con le auto a guida autonoma significherebbe 'estremo rigore' e poco traffico. È questo il futuro che ci aspetta e che è dietro l’angolo. Auto che prendono un passeggero, subito dopo aver lasciato quello precedente, e che in maniera ordinata entrano ed escono dal traffico sono già una realtà a Phoenix in Arizona dove da gennaio 2019 attraverso un'app si può avere un passaggio in auto con Waymo One, l'auto a guida automatica della sussidiaria di Google. Una rivoluzione per chi non poteva guidare un'auto e che apre scenari di vita nuovi per tutti. Tempi di percorrenza certi. Niente necessità di trovare parcheggio. Viaggi lunghi, in auto, come già succede in aereo dove un film, un libro o un po’ di riposo permettono di affrontare anche 14 ore di volo.
Un futuro tecnologico in piena crescita. Infatti a Marzo 2020 Waymo per la prima volta ha raccolto fondi fuori di Google: ben 2,25 miliardi di dollari da vari investitori per espandere il servizio in Arizona. Waymo Via è la tecnologia sempre Google per la guida automatica di tir e grandi autoveicoli per il trasporto merci in sperimentazione in alcune aree della California.
Quella della auto a guida autonoma appare come una via già intrapresa dove il successo è solo una questione di tempo. I 'millennials', coloro che sono nati nel primo decennio del 2000, sono meno interessati a guidare e possedere un'auto delle generazioni precedenti. Il consumatore dell'industria automobilistica sta cambiando. Google ha lanciato il suo progetto "Waymo" nel 2009 con la missione di migliorare l'accesso del mondo alla mobilità, salvando migliaia di vite perse a causa di incidenti stradali. Una delle iniziative che Waymo ha creato è "Let's talk Self-Driving", che riunisce un insieme diversificato di comunità, persone e interessi con la convinzione condivisa che questa tecnologia completamente autonoma alimenta un grande potenziale per salvare vite umane, migliorare l'indipendenza e creare nuove opzioni di mobilità.
Le auto oggi passano la maggior parte del tempo ferme. Non è un buon uso. La sharing economy (economia collaborativa) – diventata famosa con Airbnb, Uber, Turo – darà del suo meglio nel settore automobilistico con l’avvento delle tecnologie per la guida autonoma.
Se facciamo una analogia gli smartphone, le auto a guida autonoma potrebbe creare applicazioni oggi inesistenti e non ancora pensare. Infatti come i telefoni iPhone e Android hanno fatto nascere startup e creato professioni nuove intorno al concetto di app e accesso in mobilità alle informazioni, così l'auto autonoma potrebbe essere la piattaforma su cui offrire nuovi servizi di intrattenimento, di mobilità, di logistica e chissà cos'altro.
Affianco ai vantaggi ci sono anche diverse sfide dietro l’angolo. Le prime sono quelle legali. Non tutti gli stati americani la pensano come l'Arizona. La California, dove numerose imprese stanno lavorando in Silicon Valley agli “autonomous driving vehicle”, la DMV – la locale motorizzazione – non consente ancora la presenza su strada di veicoli senza il conducente. I distributori di carburante (tutti senza personale – in self-service, negli USA) dovranno trovare il modo di rifornire i veicoli poiché non ci sarà un conducente che possa estrarre la pistola e fare il pieno. Nuovi posti di lavoro potrebbero nascere e generare una inversione nel modello delle stazioni di benzina.
Uber (recentemente al centro di cause legali avviate dai conducenti – che vogliono esser riconosciuti come lavoratori dipendenti, invece di autonomi) è tra le imprese che maggiormente stanno investendo sui veicoli a guida autonoma preparando un cambiamento senza eguali nel mondo di taxi e auto con conducente. I timori per la contrazione di posti di lavoro si oppongono ai vantaggi sociali creati da queste tecnologie che - ad esempio - consentirebbero a non vedenti e persone anziane di utilizzare autonomamente un'auto.
Imprenditori e imprese dovrebbero immaginare una ricollocazione della forza lavorativa per coprire le nuove necessità di prodotti e servizi aperte da questo mercato.
L’Europa sarà in prima fila – dicono gli esperti della Silicon Valley – nell’acquisire queste tecnologie per la già ampia diffusione di mezzi di trasporto pubblico su gomma. L’impatto della nuova tecnologia coinvolgerà anche le case automobilistiche (meno veicoli per numero di abitanti e meno persone vorranno possedere un’auto), le assicurazioni (meno incidenti), meno manutenzione e più specializzata (i computer guideranno in maniera più ordinata riducendo logorii del motore e parti meccaniche, quindi la manutenzione sarà inferiore sulle parti in movimento ma più specializzata su sensori, azionamenti robotici, elettronica e software).
La ricerca sull'intelligenza artificiale ha fatto grandi progressi negli ultimi 10 anni. Tuttavia, ci sono ancora diversi problemi che devono essere superati e lavoro da fare in numerosi settori. Alcuni dei limiti sono piuttosto evidenti: la maggior parte di strade al mondo sono ben lontane da quelle dell'Arizona, simili in Italia poco più che solo alle autostrade, e caratterizzate spesso da carenze in segnaletica, manto stradale difforme e conformazione irregolare. C'è bisogno di interventi strutturali insieme a miliardi di ore di guida reale per accumulare dati e "insegnare" all'intelligenza artificiale un buon comportamento di guida in tutte le situazioni. General Motors, Toyota e Honda hanno dichiarato che avrebbero prodotto auto a guida autonoma entro il 2020, e questo era previsto anche da Tesla, ma stiamo ancora aspettando. Evidente che ci sono necessità ancora non risolte, quindi opportunità per imprese e lavoratori che vogliono cimentarsi nel settore.
Si tratta di una quantità enorme di cambiamenti all’orizzonte – si mormora che la tecnologia sarà stabile a breve, nel 2021. E' la rivoluzione di una delle industrie più grandi del mondo. La parola “novità” è spesso intesa come sinonimo di paura, ma non possiamo ignorare l’incredibile numero di opportunità imprenditoriali che si apriranno. A noi la scelta. Lottare contro il cambiamento, o anticiparlo, dominarlo e trarre vantaggio dall’inevitabile.
Bruno Iafelice